«Una cosa dev’essere chiara: un mondo è finito e non si potrà tornare indietro»
Per combattere efficacemente lo Stato islamico e la sua offerta politica di morte e disperazione «dobbiamo riflettere sulla rivolta che sta alla radice di questi crimini». Questo il suggerimento dell’antropologo Alain Bertho, attualmente impegnato nella stesura di un libro su «i figli del caos». Alla radice del male, la fine delle utopie, sepolte sotto il crollo di tutte le correnti politiche progressiste. Il XXI secolo si sarebbe scordato del futuro a vantaggio della gestione del rischio e della paura, indifferente alla collera delle giovani generazioni. Tra una quotidianità militarizzata e il giudizio universale in stile jihadista, solo «l’emergenza di un’altra radicalità» potrebbe ravvivare la speranza collettiva.